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L'autrice presenta i risultati più significativi di un lungo percorso di ricerca sul code switching nella conversazione quotidiana. L'analisi di un ampio corpus di parlato spontaneo registrato in svariate situazioni (famiglia, amici, negozi, uffici pubblici, ecc.) fa emergere le varie ragioni per cui parlando si passa spesso, anche senza accorgersene, dall'italiano al dialetto e viceversa: avvicinarsi all'interlocutore oppure allontanarsene; cambiare argomento; dar voce alla polifonia del discorso riportando le parole altrui; manifestare cortesia e deferenza o esprimere con più enfasi stati d'animo, affetti e sentimenti. Il code switching può anche avere un finalità ludica: ridere e far ridere, soprattutto nei giovani. I parlanti "evanescenti" si divertono, infatti, specie nella comunicazione mediata dal computer, a manifestare la loro creatività attraverso il cosiddetto polylanguaging: mescolando, cioè, "pezzi" di lingue e dialetti diversi, allo scopo di esprimere una identità composita, dove componenti locali, nazionali, cosmopolite e globalizzate si intrecciano a formare il bagaglio linguistico che ciascuno si porta dietro nel viaggio della vita, arricchendolo di continuo.